Spesso mi chiedono da dove nascono le mie storie, qual è stata l’idea iniziale di cui mi sono innamorato al punto tale da volerla trasformare in un romanzo.
Non c’è mai una risposta univoca, perché di solito sono tanti gli spunti che si vanno a intrecciare e si trasformano in qualcosa di nuovo. Ma di questo ho già detto in un vecchio post e non mi voglio ripetere.
Per quanto riguarda La vita sessuale delle sirene, ci sono almeno tre spunti fondamentali.
Il primo, ma forse in questo caso il meno importante, è letterario: si tratta di Bel Ami di Guy de Maupassant. In un certo senso, Leo Biffi è un Georges Duroy dei nostri tempi, anche se meno negativo e comunque – almeno all’inizio – molto più vittima che carnefice.
Il secondo risente della quantità di serie tv che ho visto negli ultimi anni. L’ambientazione nel mondo pubblicitario richiama Mad Men e il desiderio di vendetta sociale del protagonista ricorda quello di Walter White in Breaking Bad. Ma soprattutto è un romanzo molto dialogato, che per molti versi assomiglia già a una sceneggiatura, puntando sulle relazioni tra i personaggi e sul loro sviluppo emotivo e psicologico. Per le sue caratteristiche penso che potrebbe essere facilmente trasposto in un film o in una miniserie (produttori, battete un colpo!).
Il terzo spunto è quello più immediato, quello che ha dato il via alla prima scena che ho scritto e che apre il romanzo. È anche il meno consueto, perché si tratta dello spot pubblicitario di un profumo (ma in effetti la pubblicità ha una parte importante nel romanzo e quindi tutto torna). Lo spot è in realtà un vero e proprio cortometraggio girato da Martin Scorsese e con due protagonisti d’eccezione (che mi piace pensare assomiglino molto ai miei protagonisti, Leo e Ilaria): Matthew McConaughey e Scarlett Johansson. L’ho trovato davvero stimolante, e volevo sapere cosa fosse successo ai due. Perché si erano persi? Com’è che si sono ritrovati? Cos’è successo nel mentre? È da queste domande che è nata l’intelaiatura delle mie Sirene. Solo l’ambientazione è cambiata, spostandosi da New York a Torino, da un grattacielo di Manhattan al Monte dei Cappuccini. Quindi, sì, tra tutti quelli a cui ho rubato qualcosa, Martin Scorsese è quello che può reclamare la parte più grande.
Il corto s’intitola Street of Dreams e potete vederlo qui sotto:
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