Di sicuro anche voi l’avete sentito dire almeno una volta (o l’avete detto, se siete gente che scrive): “Il mio personaggio a un certo punto si è messo a fare di testa propria e mi ha obbligato a rivedere i miei piani di scrittura.”
Ma è davvero così? Un personaggio può imporsi sul suo inventore e decidere che la sua storia deve andare in un’altra direzione?
La verità è che succede: magari avete scritto una scaletta dettagliatissima, ma il vostro personaggio si rifiuta di compiere un’azione o di comportarsi nella maniera che avevate previsto. Ma perché lo fa? Possibile che abbia così tanto potere?
Ce l’ha e quel potere di stravolgere tutto gliel’avete concesso voi. Non perché siate particolarmente liberali nei confronti dei vostri poveri personaggi (facciamoli contenti, via!) ma perché all’inizio non li conoscevate poi così bene. Si tratta, insomma, soltanto di coerenza narrativa: un personaggio che avete immaginato con un passato bellico nel Vietnam è difficile che si impressioni a uccidere una zanzara, così come un personaggio molto razionale difficilmente crederà all’apparizione di un fantasma. Se avevate previsto che i vostri personaggi facessero qualcosa di incoerente con quello che sono, è chiaro che non vorranno farlo. O meglio, arrivati a quel punto della storia, vi renderete conto che non avrebbe senso nel vostro contesto narrativo (a meno che non sia una storia surreale o che riusciate a motivare questi comportamenti in un’altra maniera).
Una cosa che consiglio sempre, prima di buttarsi a scrivere, è di creare del paratesto che possa servirvi come base del vostro lavoro. Oltre alla scaletta in cui stilare l’ordine degli eventi, è importante anche avere un quadro preciso dei personaggi (soprattutto di quelli principali). Un’idea può essere quella di compilare una vera e propria carta d’identità del personaggio, in cui annotare tutte le caratteristiche fisiche, psicologiche, il passato, la famiglia, gli hobby… Pare che Tarantino lo faccia pure per i personaggi che compaiono sulla scena per pochi secondi (e la cosa mi ricorda un po’ la maniacalità di Visconti che pretese che nei cassetti – chiusi – dei mobili del Gattopardo ci fossero oggetti d’epoca).
Più sappiamo dei nostri personaggi (e dobbiamo saperne veramente molto), più siamo al riparo da sorprese: i personaggi si comporteranno in modo coerente e non vi obbligheranno a fare quello che vogliono loro.
[Foto: dylan nolte on Unsplash]
a me è accaduto questo
https://lucianoodorisio.it/corso-gratuito-di-scrittura-lezione-n-10/
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