La notizia del momento che è la HBO ha ritirato temporaneamente dal suo catalogo il film Via col vento, a causa dei suoi contenuti razzisti.
Per coincidenza in questi giorni sto leggendo proprio il romanzo Via col vento, di Margaret Mitchell, nella nuova traduzione pubblicata da Neri Pozza e ne sto parlando in termini entusiastici a tutti quelli che incontro: non solo è uno dei libri più belli che mi sia capitato di leggere ma credo che per molti aspetti possa essere il famoso Grande Romanzo Americano di cui si favoleggia da sempre.
La storia, più o meno, la conoscono tutti. È ambientata al tempo della Guerra di Secessione ed è raccontata dall’altro punto di vista, quello dei sudisti. Ci sono gli schiavi? Certo. C’è del razzismo? Probabilmente. Anche se devo dire che fino al punto in cui sono arrivato c’è soprattutto tanta ironia e una forte critica agli “ideali del Sud”, che attraverso la voce di Rhett Butler sono derubricati ad “arroganza e cotone”.
Detto questo, ricordiamoci che i fatti narrati sono avvenuti nel 1860 – 160 anni fa -, il romanzo è uscito nel 1936 e il film nel 1939 – più di ottant’anni fa.
Che senso ha giudicare una storia ambientata in un’altra epoca col metro di giudizio di oggi?
Nessuno.
La mia opinione che immagino scandalizzerà alcuni benpensanti allo stesso modo in cui Rhett Butler scandalizzava i benpensanti della sua epoca è questa: siamo passati da una visione euro-maschio-bianco-cristiano-eterocentrica, che sicuramente andava condannata perché parziale e irrispettosa della varietà umana, a una visione che invece di ampliarsi e accogliere la diversità sta diventando sempre più 2020centrica.
Cioè: invece di allargare i nostri orizzonti li stiamo restringendo al punto da condannare tutto ciò che non rispetta gli standard morali di oggi. Chi ne è fuori deve finire al rogo o cadere nell’oblio. Quando invece ogni storia andrebbe sempre contestualizzata nel periodo storico in cui è ambientata (è una cosa che bisognerebbe imparare a scuola).
Vogliamo ripulirci la coscienza ripulendo il passato, negando la verità storica, cancellando le storie che ci imbarazzano (in America è successo anche a Huckleberry Finn) e buttando giù statue (o imbrattandole come successo sempre in questi giorni a un monumento a Churchill, pure lui tacciato di razzismo, e chissenefrega se poi ha combattuto contro i nazisti).
Ma a forza di voler ripulire il passato rimarremo senza passato.
Non possiamo giudicare le storie di ieri col metro morale di oggi
Andrea Malabaila
Sono nato a Torino nel 1977. Ho pubblicato il primo romanzo a ventitré anni e da allora il vizio della scrittura non mi ha più abbandonato. Fino a qui i romanzi sono sette: l’ultimo è “Lungomare nostalgia” (Spartaco, 2023).
Nel 2007 ho fondato Las Vegas edizioni, di cui sono Sindaco, direttore editoriale, oscuro burocrate e facchino.
Insegno Scrittura Creativa alla Scuola Internazionale di Comics di Torino.
Nella prossima vita voglio essere l’ala destra della Juventus Football Club, nella precedente avrei voluto essere uno dei Beatles.
Lei ha proprio ragione perche se ragioniamo i questo modo mettiamo al rogo i promessi sposi, in cui quasi viene dato per normale che il ricco padrone spadroneggiava, aveva o suoi scagnozzi d pretendeva la prima notte di nozze.
Non ascoltiamo piu l’Aida, e cambiamo nome al coro del Va Pensiero. Ma cosa sta succedendo, vogliamo prendere l esempio dai Talibani? Il passato fa parte della storia di ciascun paese nel bene e nel male.