In questi giorni si fa un gran parlare di Spare – Il minore, l’autobiografia del principe Harry.
I primi commenti sui social sono stati perlopiù molto negativi e molto sarcastici. Nessuno aveva ancora letto una riga del libro, ma come per il manuale per imparare a parlare in corsivo è stato più facile attaccare i tempi bui dell’editoria, di chi pubblica e “impone” prodotti di basso livello, ma anche di chi abbocca e questi libri li compra e li legge. In pratica, un attacco alla società in cui viviamo.
Chi lo vorrebbe leggere un libro scritto da un privilegiato e per giunta ingrato nei confronti della sua famiglia? L’autobiografia che puzza di gossip di un tizio che tra l’altro ammette di non leggere granché?
Peccato che non sia proprio così. Molti cosiddetti lettori dimostrano di essere davvero poco informati e spesso nascondono la frustrazione perché “Harry sì e io no”. Mi premuro di scrivere un post su Facebook in cui scrivo queste parole:
La scarsa consapevolezza del lettore medio sta venendo fuori con la pubblicazione del libro di Harry. Un sacco di commenti sulla pochezza dell’editoria italiana, inglese e mondiale, un coro di “che tempi, che tempi”, vesti stracciate ovunque, “e poi il mio non lo pubblica nessuno”.
Peccato che il libro sia stato scritto da Moehringer, premio Pulitzer e ghost writer di quel capolavoro assoluto che è Open.
Al massimo prendetevela con Harry perché lui può ingaggiare il migliore su piazza e voi no.
Il post viene condiviso e cominciano a fioccare commenti che suonano incredibili, per cui scrivo un altro post:
Il libro di Harry sta facendo uscire dei commenti formidabili e un’ipocrisia senza precedenti.
Tra i più belli quelli che dicono che è stato pubblicato per fare cassa (ma va’?), che lo leggerebbero solo se costasse 5 euro (“sono curioso ma tirchio”) e – capolavoro dei capolavori – che l’autore sarà anche un premio Pulitzer ma in questa maniera si è svenduto.
Ora, pare che Moehringer abbia ricevuto un milione di dollari di anticipo. “Svenduto” mi sembra una parola grossa. Sappiate che per quella cifra io scriverei anche l’autobiografia del vostro cane (contattatemi nei giorni feriali, no perditempo).
Al che succede questo:
Tra i commentatori si trova di tutto: chi parteggia per Harry, chi lo ritiene antipatico, chi ha detestato Open, chi si definisce repubblicano, chi ribadisce di non essere interessato al libro ma intanto continua a commentare e a dargli visibilità, chi pubblica le foto dei suoi cani, chi mi definisce poco professionale o addirittura rosicone (ma il senso del mio post è esattamente l’opposto: evidenziare come ogni successo faccia rosicare un sacco di gente).
C’è anche chi si chiede perché qualcuno (in questo caso io) si premuri tanto di difendere un’operazione editoriale a più riprese definita “una porcheria”.
Questa è la domanda che preferisco perché mi permette di chiarire meglio che cosa intendo quando scrivo che questo libro sta facendo uscire un’ipocrisia senza precedenti.
Spare è al momento al primo posto nelle classifiche di vendita dei libri. È un libro che nessun editore avrebbe mai rifiutato di pubblicare, un libro che nessun ghost writer avrebbe mai rifiutato di scrivere (anche per una cifra inferiore a quella di Moehringer, ma lui è Moehringer!), e che i lettori (e magari anche i non lettori) stanno comprando in massa.
Gioco, partita e incontro.
Cosa si potrebbe pretendere di più da un libro?
Poi per fortuna nessuno obbliga nessuno. È solo un libro e se non interessa si può tranquillamente ignorare e passare ad altro.
Pure io devo ammettere che Spare non l’ho ancora letto e non è tra le mie priorità immediate, però come spesso succede coi best seller sto lì a osservare ammirato e vedo che succede: se resisterà oltre la curiosità del momento, non disdegnerò certo di leggerlo.
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